La selezione della bufala da latte deve mirare a migliorare il profitto aziendale. Il profitto di una bufala da latte è dato principalmente dalla quantità di latte prodotto dall’animale nel corso della lattazione, per il numero di lattazioni e la lunghezza del ciclo produttivo. Tuttavia, prima che la bufala cominci a produrre latte, l’allevatore deve sostenere dei costi iniziali di allattamento, svezzamento ed accrescimento, fino a portare l’animale al peso ideale per la prima fecondazione, concepimento e parto.
Oltre alla produzione di latte, l’età al primo parto e l’intervallo interparto rappresentano due fattori che influenzano il profitto derivante da una bufala per giorno di vita. Infatti, raggiunta l’età feconda, ogni giorno in cui l’animale non si ingravida rappresenta un costo per l’allevatore, non solo di alimentazione, ma anche di mancato reddito derivante dalla produzione di latte. L’obiettivo di questo indice è quello di quantificare il profitto di una bufala per giorno di vita a partire dal valore del latte totale prodotto decurtato dai costi di alimentazione per asciutta e lattazione, per il raggiungimento dell’età al primo parto (allattamento, svezzamento, accrescimento), con penalizzazioni per interparti troppo lunghi ed età al primo parto tardivo.